| VITTORIO OREGGIA
TORINO. Siccome tutto il resto è chiaro, il punto adesso è solo l’identificazione con il suo precedessore: illustre e famoso, robusto e scomodo. Perché Sebastian Giovinco, impegnato con l’Olimpica nella marcia di avvicinamento alle Olimpiadi di Pechino, viene considerato un po’ l’erede di Alessandro
Del Piero e un po’ il successore di Pavel Nedved. Dipende dalle situazioni complessive, dalla visione tattica e dalle necessità mercantili. Comunque sia, alla Juventus credono in lui, che è alto pressapoco come Maradona, ha il corpo arabescato di tatuaggi, ha la rasatura a zero che ha accompagnato i migliori anni della vita di Ronaldo
e poi che altro? ah, è uno di quelli a cui piace fare spettacolo. Ci credono in maniera così convinta, così netta, così radicata che presto gli prolungheranno il contratto e gli ritoccheranno lo stipendio: 500 mila euro per cinque anni ( scadenza 2013) sono le cifre di un accordo che sta per essere definito nei dettagli. La scorsa settimana c’è stato un primo approccio tra Claudio Pasqualin,
il manager di Giovinco, e Alessio
Secco a Milano: fumata grigia, certo, ma solo perché la discussione era appenna all’inizio e non si poteva arrivare immediatamente al nero su bianconero. Ma è chiaro che né la Juventus intende lasciarsi sfuggire un talento fatto in casa, uno dei pochi prodotti interni netti assieme a Claudio
Marchisio e Andrea De Ceglie,
né Giovinco medesimo pensa ad abbandonare la squadra che gli ha consentito di emergere.
CASA MIA Il matrimonio si farà. Non subito perché la Formica Atomica - soprannome di cui, per la verità non va molto orgoglioso - è assente giustificato, ma appena rientrerà dalla Cina. Per lui sta lavorando il suo agente e non si tratta di mettere in piedi una discussione interminabile: la Juventus e Giovinco vogliono continuare a rimanere insieme e infatti rimarranno insieme. Altre cinque stagioni, traguardi ambiziosi e comuni, voglia di “ crescere” in Italia e in Europa. « Questa è casa mia » , ha sempre ripetuto il piccoletto micidiale bianconero, di rintro dalla parentesi a Empoli, felicissima a livello persoanle anche se sporcata dalla retrocessione. Tanto che si è spinto fino a sognare lo scudetto e la Champions League. Beata gioventù? Mica tanto. Semmai il desiderio di mettersi alle spalle il passato e la volontà di proiettarsi nel futuro è tracimante. Non importa se da vice Del Piero o da vice Nedved, importa esserci come Sebastian Giovinco.
POLITICA Il futuro della Juventus è lui. Assieme a De Ceglie e Marchisio, con Buffon e
Amauri, con Sissoko e Chiellini.
Poco alla volta, i bianconeri stanno ricomponendo il mosaico che i guasti dell’estate 2006 aveva praticamente disintegrato. Il fatto che alcuni di questi tasselli provengano dal settore giovanile dà un senso alla politica societaria, improntata sullo scouting e sulla denominazione d’origine italiana. Blanc e Secco hanno deciso di attuare gli input della proprietà, cioè di dare consistenza pratica alla direttive di John Elkann e di Carlo
Sant’Albano, gli uomini che interagiscono pressoché quotidianamente con l’ammistratore delegato. La catena aziendale funziona, la linea strategica è quella giusta. « Ronaldinho ce lo costruiremo in casa » , promise Blanc non più tardi di qualche mese fa. E’ stato di parola. Giovinchinho è servito...
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cosa diter? io penso k se li merita, oltre ai vari premi 
ce ne saranno molti da dargli 
cmq in futuro si vedrà di arrotondare un poko