Calciopoli, il guardalinee Coppola: Pressioni per l'Inter

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tittyg92
view post Posted on 4/12/2009, 18:56




NAPOLI, 4 dicembre – Irrompe la testimonianza shock di Rosario Coppola, ex assistente della Can. Rispose all’appello di Borrelli, allora capo dell’Ufficio Indagini, perché si squarciasse il velo sul marcio del calcio italiano. Uno squarcio fu quello prodotto dai rapporti dei carabinieri di Roma comandati dai pm di Napoli, Narducci e Beatrice. Uno squarcio parziale, però. Perché un altro squarcio lo produce proprio Coppola di fronte alla nona sezione del tribunale di Napoli, dove il presidente Teresa Casoria porta avanti il processo Calciopoli. Coppola dice cose pesantissime sull’Inter e ribadisce che le pressioni su assistenti e per le designazioni arrivavano da tutte le parti. Che c’era un manipolo di assistenti molto vicini a Meani e al Milan. E che i carabinieri nell’ambito della sua deposizione, tenuta nel fascicolo come elemento di accusa, non hanno riportato proprio le dichiarazioni effettuate ieri perché «ai carabinieri che investigavano non interessavano i fatti relativi all’Inter, perché non c’erano intercettazioni che riguardavano l’Inter», risponde Coppola a seguito della domanda fatta dall’avvocato dello Stato, Vigoriti stizzito perché la frase sull’Inter non fosse nei verbale.

CHE CAZZOTTO! La partita a cui si riferisce Coppola è il match del 16 settembre 2001 e chiama in causa l’ex designatore degli assistenti di linea, Gennaro Mazzei (anche lui a giudizio a Napoli per frode sportiva). Coppola ha riferito di una chiamata di Mazzei che lo avvisava: «Mi disse: “Ti chiameranno quelli della Disciplinare, perché l’Inter ha fatto reclamo e s’è lamentata. Per loro è una sbracciata e non un pugno, è una società importante, mi disse…” Io non volli cambiare la mia versione dei fatti. Il mio referto che parlava di un pugno (Cordoba a Bettarini, ndr) in una sbracciata per far ridurre la squalifica. Io mi rifiutai e le conseguenze per me furono quelle esposte: la serie A non l’ho più vista». Successivamente di fronte alla domande delle parti Coppola conferma che a redigere il verbale furono il maggiore Auricchio e sui assistenti.

LO FAN TUTTI Tutte le societa' calcistiche e in particolare quelle «che avevano un peso maggiore», raccomandavano e facevano segnalazioni: e' quanto ha sostenuto un ex guardalinee, Rosario Coppola, salernitano, chiamato oggi a deporre in qualita' di testimone al processo di Calciopoli. Il teste ha citato l'esempio di un Inter-Venezia, a proposito della quale ricevette sollecitazioni per ammorbidire il referto sull'espulsione dell'interista Cordoba. L'ex guardalinee ha detto che quando esplose lo scandalo, raccogliendo un appello alla collaborazione dell'ex procuratore Borrelli, si presentò spontaneamente dai carabinieri per rendere dichiarazioni sul sistema delle designazioni nonche' delle segnalazioni che provenivano dalle società di calcio. Ha citato come esempio la squalifica inflitta dopo un Inter-Venezia al difensore nerazzurro Cordoba: per tale vicenda avrebbe ricevuto sollecitazioni da parte di Gennaro Mazzei (collaboratore dei designatori Bergamo e Pairetto), che avrebbe ricevuto a sua volta sollecitazioni, per ammorbidire il referto nei confronti del calciatore dell'Inter. Rosario Coppola ha sostenuto che tale vicenda non fu tuttavia verbalizzata dai carabinieri in quanto agli investigatori perche' cio' ''non interessava'' in quanto, secondo gli investigatori, cio' non emergeva dalle intercettazioni telefoniche in possesso degli inquirenti. Coppola si e' soffermato, inoltre, sul ruolo dell'ex dirigente milanista Leonardo Meani presso il quale molti guardalinee, a suo dire, si facevano raccomandare. Gli assistenti, a loro volta, cercavano di farsi raccomandare dai dirigenti delle società «per avere visibilita' ed essere in un certo giro».

SENSO UNICO L’avvocato di Luciano moggi, Maurilio Pioreschi, ha assistito alle dichiarazioni di Coppola ed è rimasto basito: «E’ vergognoso veder degli ufficiali dei Carabinieri omettano di verbalizzare un circostanza del genere. E con la deposizione di Coppola abbiamo avuto l’ulteriore dimostrazione che era già emersa da altre testimonianze, che in questa indagine e poi nel processo c’era un solo obiettivo quello di colpire la Juventus e Moggi».

da tuttosport
 
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